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Il Rosso di Montalcino 2019 di Biondi Santi proviene dalla Tenuta Greppo ed è una vinificazione in purezza del Sangiovese. Questo vino rosso matura per 12 mesi nelle tradizionali botti di rovere di Slavonia. Con il suo incantevole connubio fra fiori e frutti a bacca rossa ci regala note fresche ed energiche di ciliegia, arancia sanguinella, melograno, viola e caprifoglio, seguite da richiami balsamici di erbe aromatiche, radice di liquirizia e mentolo. Le sensazioni olfattive e gustative sono perfettamente allineate. Al palato, i tannini croccanti e la vivace acidità donano sia leggerezza che sostanza al cuore fruttato di questo Rosso, guidandoci verso un finale sapido e persistente, scandito da note minerali.
- Categoria del Prodotto
- Vino Rosso
- Denominazione
- Rosso di Montalcino DOC
- Vitigno / Materia prima
- sangiovese
- Annata o Cuvée
- 2019
- Formato
- 750 ml.
- Nazione
- Italia
- Regione
- IT - Toscana
- Gradazione Alcolica
- 13.5% vol.
- Temperatura di Servizio
- 18° - 20° C.
- Bicchiere Consigliato
- Calice a tulipano molto ampio
- Abbinamenti Gastronomici
- Carni Rosse, Carni Arrosto, Carni in Umido, Riso e Risotti, Paste
- Allergeni
- Contiene solfiti (per solfiti si intende l'anidride solforosa che viene aggiunta al vino, per preservarlo, grazie alla sua azione disinfettante, antiossidante e stabilizzante)
Nascosta tra le colline ondulate della Toscana, Biondi Santi è una cantina che racconta la storia di un territorio e la passione di una famiglia. Situata nella rinomata regione di Montalcino, è universalmente considerata la culla del Brunello, uno dei vini più iconici e celebrati del mondo. Questa cantina leggendaria è sinonimo di eleganza, longevità e una fedeltà incrollabile alla tradizione toscana, valori che hanno reso i suoi vini autentici ambasciatori della cultura enologica italiana.
La filosofia produttiva di Biondi Santi si fonda su una profonda conoscenza e rispetto del terroir, unito a pratiche vitivinicole tradizionali che esaltano la purezza del Sangiovese Grosso, l'unica varietà di uva coltivata. I vigneti si estendono in un abbraccio silenzioso attorno alla storica tenuta, dove ogni pianta è curata con dedizione per garantire che ogni grappolo esprima al massimo il carattere distintivo del territorio.
Il Brunello Riserva di Biondi Santi è molto più di un semplice vino; è una vera e propria esperienza sensoriale. Questo vino è celebre per la sua struttura maestosa e la sua capacità di evolvere nel tempo, rivelando con il passare degli anni un bouquet complesso e avvolgente di aromi che spaziano dalle note fruttate di ciliegia e mora a quelle più eteree di spezie e tabacco. Ogni sorso è un viaggio che accompagna il degustatore attraverso la storia e l'anima di Montalcino.
Immergiti nel fascino senza tempo dei vini Biondi Santi e scopri su Vino45 le etichette che meglio catturano l'essenza della tradizione e della passione toscana. Un invito a esplorare un mondo dove il passato e il presente si fondono in un'esperienza enologica indimenticabile.
Colore: rosso rubino intenso
Bouquet: con il suo incantevole connubio fra fiori e frutti a bacca rossa ci regala note fresche ed energiche di ciliegia, arancia sanguinella, melograno, viola e caprifoglio, seguite da richiami balsamici di erbe aromatiche, radice di liquirizia e mentolo. Le sensazioni olfattive e gustative sono perfettamente allineate.
Gusto: i tannini croccanti e la vivace acidità donano sia leggerezza che sostanza al cuore fruttato di questo Rosso, guidandoci verso un finale sapido e persistente, scandito da note minerali.
- Robert Parket 95/100
- Antonio Galloni 92/100
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Recensioni
IL VINO
Il Rosso di Montalcino 2019 di Biondi Santi proviene dalla Tenuta Greppo ed è una vinificazione in purezza del Sangiovese. Questo vino rosso matura per 12 mesi nelle tradizionali botti di rovere di Slavonia. Con il suo incantevole connubio fra fiori e frutti a bacca rossa ci regala note fresche ed energiche di ciliegia, arancia sanguinella, melograno, viola e caprifoglio, seguite da richiami balsamici di erbe aromatiche, radice di liquirizia e mentolo. Le sensazioni olfattive e gustative sono perfettamente allineate. Al palato, i tannini croccanti e la vivace acidità donano sia leggerezza che sostanza al cuore fruttato di questo Rosso, guidandoci verso un finale sapido e persistente, scandito da note minerali.
LA STORIA
La storia del Brunello del Greppo comincia con Clemente Santi. Nipote di Giorgio Santi del quale il Prof. Baccio Baccetti nella pubblicazione "Cultura e Università? a Siena" - luglio 1993 - nel capitolo "Naturalisti senesi" scrive tra l'altro:
Il nipote Clemente figlio di Luigi Santi e Petronilla Canali, laureato in farmacia a Pisa e noto scrittore, aveva vaste proprietà terriere a Montalcino e Pienza, e dedicò gran parte della sua attività all'agricoltura, in modo particolare al Greppo, azienda agricola di proprietà? della madre Canali.
Le conoscenze di chimica e di scienza lo aiutarono a portare le sue tecniche enologiche a livelli invidiabili durante gli ultimi anni della sua vita.
Prima di raggiungere quel riconoscimento per il suo "vino rosso scelto (brunello) del 1865", anche il suo Moscatello fu premiato alla Esposizione Universale di Parigi del 1867 (riconoscimento enologicamente straordinario perché a quell'epoca i francesi si consideravano gli unici produttori al mondo di vini di qualità?). Egli ottenne vini rossi adatti all'invecchiamento; aveva individuato tecniche di travaso e di invecchiamento in botti più avanzate rispetto a quelle di tutti i suoi contemporanei.
Ferruccio Biondi Santi instaurò standard produttivi molto severi. Altri produttori all'inizio del 1800 ottennero diplomi importanti per loro vini detti "Brunello": Paccagnini, Anghirelli, Angelini, Vieri Padelletti, ma nessuno seppe dare una continuità ai propri vini oltre la fine della Prima Guerra Mondiale. Ferruccio, forte dell'esperienza straordinaria del nonno materno Clemente Santi, si dedicò con competenza all'azienda del Greppo e, come spesso avviene nelle più felici decisioni storiche, deve qualcosa alle avversità: a metà dell'800 l'oidio, poi la filossera, poi ancora la peronospora, si abbatterono sull'Europa e quindi anche sul Greppo.
Egli si trovò a fronteggiare una minaccia senza precedenti a causa della fillossera per la sopravvivenza dei suoi vigneti.
Ma mentre i viticoltori cercarono di mettere in beva rapidamente i vini rossi (vedi anche il "governo" del vino nuovo) per un rapido realizzo finanziario dai nuovi vigneti, egli guardò verso nuovi orizzonti e volle diversificarsi con un vino che ritenne longevo vinificando in purezza il Sangiovese. Nel 1932 viene descritto come inventore del Brunello da una Commissione Interministeriale che studiò il territorio del Chianti, compreso Montalcino. Nella sua azienda del Greppo, già? sul finire dell' 800 iniziò una metodica selezione massale del Sangiovese.
Alla fine reimpiantò completamente tutti i suoi vigneti innestandoli su barbatelle selvatiche, con gemme prese da quelle piante madri individuate al Greppo: in un certo senso, anticipò di circa un secolo la tendenza in Toscana di produrre vini rossi di corpo pieno, vinificando in purezza il Sangiovese. Morì nel 1917.
Anche altre aziende vinicole richiesero la sua consulenza da un capo all'altro della Penisola: dal vino Lugana a Desenzano sul Garda, al Chianti nel Senese, al Fiorano del Principe Boncompagni a Roma, al Cirò in Calabria. Il suo ultimo atto è stato, nel marzo 1970, la cerimonia di ricolmatura delle sue vecchie bottiglie del Brunello Riserva 1888 - 1891 - 1925 - 1945, nella Cantina del Greppo, alla presenza di Mario Soldati, Luigi Veronelli e Paolo Maccherini: si può dire, sicuramente, che in quell'atto, forse meglio di ogni altro, sta la sua lunga carriera di esperto enologo e che ancora oggi conferma la supremazia, la diversità e la tipicità del Brunello del Greppo. Il Brunello di Montalcino Biondi Santi tocca insomma, il massimo della sua fama e del suo splendore, da parte degli estimatori più attenti e raffinati in tutto il mondo.
Ma non per questo si è riposato sugli allori paterni. Nel frattempo la D.O.C. aveva spinto altri produttori a piantare vitigni ed a migliorare le tecniche nella speranza di poter sfruttare l'immagine elevata del Brunello. In presenza di uno scenario di questo tipo, che ha visto nel territorio una crescita esponenziale di ettari inscritti a Brunello (da 76 ettari del 1967 agli attuali 2100 del 2009), Franco Biondi Santi ha aumentato la produzione del Brunello del Greppo dai 4 ettari, alla morte del padre, agli attuali 25. Ha continuato le severe pratiche agronomiche e di cantina tradizionali per consolidare la tipicità e migliorare la qualità del Brunello del Greppo certo di eguagliare (data la stessa utilizzazione dei terreni e dei vitigni) le grandi Riserve centenarie del suo Brunello.
Grazie ad una personale e costante promozione dei suoi vini nel mondo, Franco Biondi Santi dal '70 in poi è riuscito, a far capire ed apprezzare la straordinaria tipicità e qualità del suo Brunello del Greppo. In futuro la continuità del Greppo è rappresentata dai due figli di Franco, Jacopo e Alessandra ambedue interessati al Greppo: Jacopo con una vivida immaginazione dei vini (fermamente convinto della tipicità del Brunello del Greppo), Alessandra coinvolta nella promozione dell'azienda.